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SERVIZIO CIVILE: La voce di Francesco

4 Lug 2016

Essere arrivati in un paese straniero a 9000 km di distanza e vivere in un villaggio fatto di una strada e qualche centinaia di persone. Il villaggio è una realtà con un impatto molto forte, che riesce però ad affascinarti per la sua naturalezza e genuinità… capanne fatiscenti, una o due stanze dove si vive tutti insieme… strade sterrate e grandi campi di mais e girasoli. Entrare nella vita e nella quotidianità delle persone, conoscerne le difficoltà, le gioie e le preoccupazioni. Se da un lato ti trovi in universo parallelo lontano anni luce da quello che  per te significa normalità, dall’altro, quello che c’è qui da imparare non lo trovi da nessun’altra parte.

(Appunti di viaggio, Servizio Civile Internazionale, Tanzania 2012)

 

Quanto è difficile cambiare prospettiva e osservare le cose da punti di vista differenti o con schemi profondamente diversi da quelli con cui si è soliti interpretare il mondo?

Cosa può spingere qualcuno a fare una tale scelta? Con quali motivazioni o aspettative?

Perché partire e andare così lontano perdendo le proprie certezze e sicurezze?

Non esistono risposte univoche perché ognuno ha la sua storia. Ma la scelta di impegnarsi, rischiare e perdersi, quella si, può essere comune a quanti sentano la voglia di mettersi in gioco e vivere un’esperienza destinata a lasciare un segno indelebile nella propria vita, perché carica di significato.

Allo stesso tempo però non è facile sfidare se stessi, seguendo i propri valori e i propri ideali con coraggio e determinazione, superare gli ostacoli e seguire i propri sogni, quali essi siano.

Una volta fatto si avrà però una grande responsabilità: quella della condivisione! Tornare, raccontare e raccontarsi per ripartire, lasciare un segno del proprio operato e costruire nuovi orizzonti e nuove strade da percorrere.

Ho avuto la fortuna di vivere tutto questo; ho incontrato al mio rientro persone curiose e con mille domande. Ho avuto il sostegno – prima, durante e dopo – di parenti, amici e sconosciuti pronti ad ascoltare la mia avventura. Per me è stato un modo per continuare a dare senso e significato ad un’esperienza che ancora oggi, a distanza di anni, alimento e rielaboro giorno dopo giorno.

Che sia a migliaia di km di distanza o dietro casa, è un’opportunità unica da non perdere per cogliere la semplicità e l’essenzialità delle piccole cose, dei gesti semplici e delle relazioni vere. Ognuno sceglie la propria strada e costruisce la propria storia; decide che persona vuole essere, quanto impegnarsi e verso cosa.

Il Servizio Civile è tutto questo e molto di più!

 

Di nuovo zaino in spalla con 8 ore di bus da fare e 4 giorni davanti, per poi ritornare di nuovo in villaggio! Un mese pieno di avventure che giunge alla fine. Tanti posti visti, tante persone incontrate per strada e nuove amicizie strette. Gli inconvenienti non sono mai mancati ma ricomincerei tutto di nuovo.

(Appunti di viaggio, Servizio Civile Internazionale, Tanzania 2012)


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